venerdì 2 ottobre 2015

LIFE IS (NOT) A RACE


 

Quando sei piccolo la competizione è qualcosa di istintivo, ti ritrovi a volere a tutti i costi il telecomando o quel determinato oggetto, posto a tavola o attenzione solo perché in quel momento vedi che le possiede qualcun altro, allora ti scatta dentro quella molla di puro istinto bambinesco per il quale tu VUOI ottenere quella cosa o attenzione.

Quando poi si cresce e si arriva a scuola, allora la competizione diventa ordinaria amministrazione, gli insegnanti, gli allenatori sportivi e talvolta persino i genitori spingono spesso su questo concetto ed essere i migliori, i più bravi in qualcosa che sia la matematica o lo sport diventa un “dogma”.

Crescendo si diventa adolescenti e la competizione cambia, si compete ancora per lo sport e per i bei voti ma si comincia a voler primeggiare anche su altro, l’abbigliamento, la ribellione, essere il preferito da quella persona o quel gruppo di persone, spiccare a tutti i costi!

La vera svolta della competitività però si raggiunge con l’età adulta, i comportamenti dei bambini o degli adolescenti sono tendenzialmente istintivi, non si sceglie di essere in “gara”, si segue la corrente che ti porta ad esserlo, anche e soprattutto perché non si è abbastanza consapevoli di sé e del mondo circostante per poter fare diversamente, da adulti invece si ha finalmente la consapevolezza che permette di SCEGLIERE se si vuole essere in competizione per qualcosa o non vale la pena, si stabiliscono priorità ed ambizioni personali per cui ogni individuo ha gli strumenti per decidere consapevolmente se intraprendere una “gara” o meno. L’istinto ovviamente esiste ancora ed è altrettanto forte che nei bambini, però da un certo punto in avanti si sviluppa la capacità di combatterlo e dire “Io mi chiamo fuori”.

Ovviamente non tutti scelgono di chiamarsi fuori, molti per carattere, cultura, educazione o qualsiasi altro motivo vivono la loro esistenza in continua competizione con il prossimo, con la Costante di dover primeggiare…

Dal giorno in cui ho avuto la consapevolezza di potermi chiamare fuori, salvo che non fossi obbligata a partecipare ho quasi sempre deciso che la competizione non fa per me, mi piacciono altri tipi di rapporti, non mi piace la pressione del dover fare sempre di più o meglio di altri, preferisco migliorare nelle cose per passione, per amore o perché mi va e non per essere “la prima”.

Tutto questo sproloquio serve per spiegare a chi riesce a capirlo perché negli ultimi mesi questo blog è rimasto inattivo… E’ capitato spesso che non scrivessi per lunghi periodi ma questa volta non è stata la solita pigrizia, è stata una scelta... Ed è una scelta anche quella di riprendere a scrivere adesso, in questo momento in cui sento davvero il bisogno di estraniare la mente e dedicarmi alle frivolezze della vita.

Ci tengo però a fare una piccola premessa: questo non è un blog alla moda, qui non si parla solo di cose esclusive e super costose, qui nessuno ha la presunzione di dettare dogmi o dare consigli assoluti, questo blog è la mia esperienza, la mia storia, che a volte parla di me a volte delle cose che amo e a volte serve per lamentarmi di quello che non amo, chiunque è libero di leggere e prendere ispirazione se lo ritiene opportuno, ma per favore, niente gare e niente copie! Alle gare come ho scritto sopra non partecipo e le copie…beh… Mediocre lo sono anche io…O sei davvero meglio oppure evita …

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