Quando sei piccolo la competizione è qualcosa di istintivo,
ti ritrovi a volere a tutti i costi il telecomando o quel determinato oggetto,
posto a tavola o attenzione solo perché in quel momento vedi che le possiede
qualcun altro, allora ti scatta dentro quella molla di puro istinto bambinesco
per il quale tu VUOI ottenere quella cosa o attenzione.
Quando poi si cresce e si arriva a scuola, allora la
competizione diventa ordinaria amministrazione, gli insegnanti, gli allenatori
sportivi e talvolta persino i genitori spingono spesso su questo concetto ed
essere i migliori, i più bravi in qualcosa che sia la matematica o lo sport
diventa un “dogma”.
Crescendo si diventa adolescenti e la competizione cambia,
si compete ancora per lo sport e per i bei voti ma si comincia a voler
primeggiare anche su altro, l’abbigliamento, la ribellione, essere il preferito
da quella persona o quel gruppo di persone, spiccare a tutti i costi!
La vera svolta della competitività però si raggiunge con
l’età adulta, i comportamenti dei bambini o degli adolescenti sono
tendenzialmente istintivi, non si sceglie di essere in “gara”, si segue la
corrente che ti porta ad esserlo, anche e soprattutto perché non si è
abbastanza consapevoli di sé e del mondo circostante per poter fare
diversamente, da adulti invece si ha finalmente la consapevolezza che permette
di SCEGLIERE se si vuole essere in competizione per qualcosa o non vale la
pena, si stabiliscono priorità ed ambizioni personali per cui ogni individuo ha
gli strumenti per decidere consapevolmente se intraprendere una “gara” o meno.
L’istinto ovviamente esiste ancora ed è altrettanto forte che nei bambini, però
da un certo punto in avanti si sviluppa la capacità di combatterlo e dire “Io
mi chiamo fuori”.
Ovviamente non tutti scelgono di chiamarsi fuori, molti per
carattere, cultura, educazione o qualsiasi altro motivo vivono la loro
esistenza in continua competizione con il prossimo, con la Costante di dover
primeggiare…
Dal giorno in cui ho avuto la consapevolezza di potermi chiamare
fuori, salvo che non fossi obbligata a partecipare ho quasi sempre deciso che
la competizione non fa per me, mi piacciono altri tipi di rapporti, non mi
piace la pressione del dover fare sempre di più o meglio di altri, preferisco
migliorare nelle cose per passione, per amore o perché mi va e non per essere “la
prima”.
Tutto questo sproloquio serve per spiegare a chi riesce a
capirlo perché negli ultimi mesi questo blog è rimasto inattivo… E’ capitato
spesso che non scrivessi per lunghi periodi ma questa volta non è stata la
solita pigrizia, è stata una scelta... Ed è una scelta anche quella di
riprendere a scrivere adesso, in questo momento in cui sento davvero il bisogno
di estraniare la mente e dedicarmi alle frivolezze della vita.
Ci tengo però a fare una piccola premessa: questo non è un
blog alla moda, qui non si parla solo di cose esclusive e super costose, qui
nessuno ha la presunzione di dettare dogmi o dare consigli assoluti, questo
blog è la mia esperienza, la mia storia, che a volte parla di me a volte delle
cose che amo e a volte serve per lamentarmi di quello che non amo, chiunque è
libero di leggere e prendere ispirazione se lo ritiene opportuno, ma per
favore, niente gare e niente copie! Alle gare come ho scritto sopra non
partecipo e le copie…beh… Mediocre lo sono anche io…O sei davvero meglio oppure
evita …
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